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Visitare la città di Trapani è come immergersi in diverse epoche storiche. Ogni angolo si caratterizza per monumenti, chiese, palazzi, che raccontano la vita della città nei vari secoli. Il cuore pulsante di Trapani continua ad essere rappresentato dal porto, nel centro storico. Il porto di Trapani ha subito nel tempo diverse modifiche, fino all’ultima con i lavori, tuttora in corso, di rifacimento delle banchine e di adeguamento. L’estrema punta della città è caratterizzata da Torre di Ligny, sede oggi del Museo della Preistoria. Per raggiungerla si percorre una stretta via, circondata da entrambi i lati dal mare di un azzurro intenso, frequentato in estate da numerosi bagnanti.

Poco distante vi è il porto peschereccio, con le barche dei pescatori che continuano a rinnovare una tradizione ed un lavoro che si tramanda da secoli, di padre in figlio. Nella zona del porto peschereccio si possono ammirare il Villino Nasi, recentemente recuperato alla fruizione della collettività e l’ex Lazzaretto, oggi sede della sezione locale della Lega Navale Italiana. Poco distante, in mezzo al mare, la Colombaia, uno dei simboli della città di Trapani.

Addentrandosi verso il centro storico, si possono ammirare gli antichi palazzi, i monumenti, le chiese di diverse epoche. Gran parte del centro storico di Trapani è inserito nella zona a traffico limitato. L’accesso alle auto è vietato in numerose vie, che nel tempo hanno assunto il carattere di “salotto” della città: Corso Vittorio Emanuele, l’antica “Loggia”, via Torrearsa, Via Garibaldi. Qui è tutto un susseguirsi di palazzi storici e chiese di notevole pregio artistico: il Palazzo Cavarretta, la Cattedrale, Palazzo Riccio di Morana, Palazzo San Rocco, Palazzo Riccio di San Gioacchino, Palazzo Lucatelli, la Chiesa del Collegio. Poco distante si trova la Chiesa del Purgatorio, in cui sono conservati i sacri Gruppi dei Misteri di Trapani. Da Via Garibaldi, attraverso una scalinata sulla sinistra si raggiunge la Chiesa di San Domenico con l’annesso convento.

Lungo la via Torrearsa si apre Piazza Sant’Agostino con la Chiesa caratterizzata dal prospetto impreziosito da un rosone e la Fontana di Saturno. Proseguendo si giunge in Piazza Scarlatti, nei pressi della quale si trova l’ex Chiesa di San Giacomo, sede attuale della Biblioteca Fardelliana. Percorrendo Corso Italia si arriva alla Chiesa di San Pietro, che custodisce il prezioso organo opera del palermitano Francesco La Grassa e ci si addentra nel cosiddetto Ghetto, via Della Giudecca e via degli Ebrei, fino al XV secolo abitato dalla comunità ebraica.

La parte nord della città è caratterizza dalla Litoranea con la caratteristica Piazza del Mercato del Pesce. Il Lungomare si estende per alcuni chilometri ed è costeggiato dai resti delle antiche mura della città. Il confine tra la città vecchia e la città nuova è dato da Piazza Vittorio Emanuele.

Poco distante, in Piazza Vittorio Veneto, si trova Palazzo d’Alì, sede del Municipio e, di fronte, il Palazzo delle Poste, in stile liberty. Proseguendo si giunge a Villa Margherita, il polmone verde della città, con giganteschi ficus risalenti all’Ottocento. Piazza Vittorio Emanuele è caratterizzata dalla statua di Vittorio Emanuele II, opera di Giovanni Duprè (1882) e da una grande vasca, costruita nel 1890 con al centro il gruppo scultoreo del Tritone realizzato nel 1950 dal maestro Domenico Li Muli.Superando Piazza Vittorio Emanuele si giunge in via Giovan Battista Fardella, la strada principale della città, ricca di esercizi commerciali e bar.

Da qui si può raggiungere la parte nuova della città, Corso Piersanti Mattarella, che conduce fino al territorio del Comune di Erice, via Conte Agostino Pepoli, in cui si ergono la Basilica dell’Annunziata ed il Museo Regionale Pepoli.  

Un pò di storia

Stretta tra il mare ed il monte di Erice, l’antica Drepanon nasce intorno al suo porto: originariamente come villaggio sicano, poi come piccola città fortificata, in cui per secoli vissero pescatori, commercianti, artigiani di popolazioni diverse, come gli Elimi, che popolavano Erice, o come un piccolo gruppo di Ionici. Una piccola città di mare, fondata dai fenici, che solcavano i mari del Mediterraneo e che di Trapani fecero un emporio commerciale.
Dal IX secolo a.C. i Fenici, persa la loro indipendenza, si stabilirono nel Mediterraneo occidentale, fondando Cartagine e rafforzando Trapani, trasformando la città in un importante porto per il controllo dei vari scali commerciali.

In questo periodo, la storia di Trapani è indissolubilmente legata a quella di Cartagine. La città assiste alle grandi battaglie navali tra cartaginesi e romani: quella del 249 a.C. che vide la sconfitta della flotta romana, quella delle Egadi del 241 a.C., che permise ai romani di occupare Trapani.

L’epoca romana penalizza notevolmente la città, che perde la propria autonomia politica, la proprietà delle terre e subisce nuove tasse ed imposizioni. Nel 395 la Sicilia, e Trapani con essa, passa all’Impero Romano d’Oriente. Sono anni difficili, anche per le numerose invasioni barbariche. La città rinasce con la dominazione degli arabi, che a partire dall’827 iniziano l’occupazione della Sicilia.

Gli arabi chiamano Trapani Itrabinis, Tarabanis, Trapanesch e segnano profondamente la città con la loro presenza, nell’architettura, nell’agricoltura, nell’arte, nella lingua, nella cultura: viene ampliato il porto, vengono costruiti nuovi quartieri, viene reintrodotta la piccola proprietà. Gli arabi introducono anche nuove produzioni, costruiscono opere di ingegneria idraulica, rivoluzionano le tecniche di pesca e riportano il porto ai fasti di un tempo.

Nel 1097 Trapani viene conquistata dal normanno Ruggero. E’ un altro periodo di grande prosperità per il territorio. Il porto ottiene la franchigia doganale, la città ospita i primi consolati delle principali potenze commerciali, genovesi, pisani, veneziani, fiorentini, amalfitani, catalani. Con i Normanni la religione cattolica romana diviene la religione ufficiale.

Nel periodo svevo, a partire dal 1194, Trapani vede confermata l’importanza del suo porto. Con il regno di Carlo d’Angiò, Trapani vive un periodo difficile, a causa di una notevole pressione fiscale. I Vespri Siciliani del 1282, a cui partecipano numerosi notabili trapanesi, portano alla fine della dominazione angioina in Sicilia. Inizia così la dominazione aragonese. Con Giacomo II d’Aragona, la città conosce un nuovo assetto urbanistico. Carlo V dà un ulteriore incremento alle attività commerciali ed artigianali. La dominazione spagnola si conclude nel 1713. Dopo le brevi parentesi sabauda e austriaca, dalla seconda metà del Settecento inizia il regno borbonico, che governa la Sicilia fino al 1860. In questo periodo i trapanesi si dedicano al commercio e all’industria. Fiorente è l’attività marinara, così come le industrie del sale e le tonnare.

Rimasta pressoché indifferente alla sollevazione del 1820, Trapani partecipò invece ai moti del 1848. Nel 1899 il re Umberto I conferisce alla città la medaglia d’oro per i fatti del 1848. La città dà il suo importante contributo per l’unità d’Italia e si conferma come centro importante nel settore agroalimentare, ma la lontananza geografica dai grandi mercati porta ad un inesorabile declino, che si accentua ancora di più nei primi del Novecento e durante la Prima Guerra Mondiale. Particolarmente vivace resta invece l’attività culturale e politica. Nel ventennio fascista si assiste ad una leggera ripresa dell’economia del territorio. La Seconda Guerra Mondiale segna profondamente la città, con la distruzione dell’intero quartiere di San Pietro, il più antico di Trapani, e del Teatro Garibaldi, costruito nel 1849. Ben ventotto sono le incursioni aeree che la città subisce, collocandola al nono posto dei capoluoghi di provincia bombardati. Il 22 luglio del 1943 le truppe alleate giungono nella piazza di Trapani, trovando una popolazione in drammatiche condizioni di vita.

 Il difficile periodo della ricostruzione porta la città tra il 1950 ed il 1965 ad una ripresa delle attività industriali e commerciali.
Il terremoto della Valle del Belice del gennaio del 1968 provoca ripercussioni e danni anche nella città di Trapani.
 

 

 



 
This coastal town was settled as a fishing village and harbor at some time before 1000 BC (BCE) by the native Sicanians and later colonized by the Elymians as the port of hilltop Eryx a few miles away. Its name derives from an ancient word for "hook," for the shape of its harbor. To the indigenous Sicanians it was Drepano, to the Greeks Drepanon, to the Romans Drepanum. Trapani was founded in antiquity on Sicily's western coast The waters off the coast witnessed an epic sea battle between Carthaginians and conquering Romans in 241 BC, considered a turning point in Rome's conquest of the central Mediterranean. Geographically, Trapani is an unusual Sicilian city for its westward position, which affords spectacular views of some of the Mediterranean's most beautiful sunsets. The surrounding coastal plain is distinguished for its rich salt deposits, and until recently the white mineral was ground by windmills seen along the coast, which lends the environs an faintly Dutch appearance. In fact, most salt is now ground using modern means, with the wind mills retained for their historical value.

Although the oldest parts of the city have been modernized in most respects, Trapani reflects much of its medieval past, if not its ancient heritage. During the Norman era, the city had a polyglot population not unlike that of Bal'harm (Palermo), with large Jewish and Muslim quarters. Like Marsala, it was an important port for trade with Africa. The Annunciation Sanctuary, in Via Conte Pepoli, was built in the fourteenth century in the "Romanesque-Gothic" style and still retains some splendid medieval elements such as the facade's portal and rose window, though the church's interior has been extensively modified over the centuries.

Nearby, the Pepoli Museum is distinguished for its medieval and modern collections, including articles from the Bourbon era, though it also houses some ancient finds. It displays quite a few smaller craft and folk works which one rarely sees in other museums. Also in the historical quarter, the "Spedaletto" (Giudecca Palace) is a Catalan-Gothic structure built in the sixteenth century, similar to buildings of the same style in Palermo and elsewhere in Sicily. Over in Via Sant'Agostino, the Church of Saint Mary of Jesus has a splendid Renaissance Gothic facade.

The Church of Sant'Agostino (Saint Augustine) is located in Piazzetta Saturno. It is Romanesque-Gothic with a beautiful rose window. This structure was extensively restored and partially reconstructed following the damage it suffered during the Allied bombardment in 1943. The Cathedral and the Collegio Church were built in the Baroque style during the seventeenth century, the former on the remains of an older hurch.

Favignana: This island is located just southwest of Trapani. It is the largest of the Egadi, or Egidean, Islands. Still known for their tuna (tunny) fishing, these islands are now popular as summer resorts. Favignana, in particular, is a favorite spot for Sicilian sun worshipers. The ferries from Trapani arrive at the port city of Favignana, from which transportation to the other islands (Levanzo, Marettimo) is available. While most of Favignana's beachgoers are Italian, and increasing number of foreign visitors now venture here each year.

San Vito lo Capo: "Saint Vitus Cape" is a charming coastal town in the Trapani area with a great beach. Extending below Mount Cofano, a high pointed limestone cliff visible from a distance, San Vito is near the Zingaro Nature Reserve and the hamlet of Scopello, where some scenes of the movie Ocean's Twelve were filmed in 2004. San Vito is known for its annual couscous festival (see below). A good place for a vacation, and Erice and Segesta, two of Sicily's historic jewels, are not far away. This might almost be considered a "secret" spot known to few tourists, presently popular with Germans.

Scopello:The last time we were in Scopello, a feudal village near the coast between Castellamare del Golfo and San Vito Lo Capo (west of Palermo), the only foreign visitors we encountered were a few American girls in their early twenties. Heaven only knows how they found out about the place. But it's a very nice spot, near a public beach and a nature reserve. Two medieval watch towers guard the nearby coast. The focus of the tiny town is the piazza and baglio.

Fortunately, no large hotels or resorts have marred the landscape yet, though there are villas for rent in the area. You may have to search for lodging in San Vito Lo Capo. The Zingaro nature reserve, Erice and Segesta make pleasant excursions.

Who goes to Scopello? In June, July and August, there's no dearth of foreigner visitors. We recommend visiting from March through October, but any time is good. Book early for july and August. There are several agritourism estates (farmhouses) in the area that offer rustic accomodations. But even one day discovering Scopello is a day well spent.

Baglio? It's one of those Italian words nobody ever defines perfectly. Without wishing to digress from the discussion at hand, we'll say that the English word bailey (outer wall of a castle), from the Old French baile (palisaded enclosure), probably shares the Norman origin of the Italian term. Essentially, a baglio is a square, fortified courtyard with a strong gate and perhaps a low tower or two, surrounded by walls and low buildings. More than a fort but not quite a castle. The Sicilian baglio is a medieval Norman invention but few surviving bagli are actually medieval, despite a few would-be knights we saw trying (unsuccessfully, it seemed) to seduce American maidens at Scopello. Scopello's baglio is several centuries old and its courtyard houses restaurants and a café. A perfect retreat on a hot summer day. The baglio represents the hamlet's recent agricultural past, but the coastal towers are a reminder of the Saracen and Norman domination of Sicily.

For Visitors: San Vito holds a couscous festival the third week of September. Trapani has a summer music festival (the Luglio Musicale Trapanese) in July, and in spring an annual tuna festival based on the mattanza. Speaking of seafood, it is excellent in this part of Sicily. We suggest the tuna, a delicious experience nothing like the stuff you buy in cans at the supermarket; it's not even the same variety.