Terra leggendaria, sorge su Capo Boeo e lega il suo nome al vino che ne porta il nome, oltre alla storia dell'unità d'Italia che da qui Garibaldi avviò dopo lo sbarco dell'11 maggio 1860.
Fare due passi nel Cassero o un'escursione fuori dalle storiche Porte, dà l'idea delle risorse e delle bellezze di Marsala, la quinta città della Sicilia per popolazione, con più di 90 mila abitanti.
Si scopre così una città mediterranea e moderna, che si divide tra mare e terra: anzi, la sua stessa storia è un rincorrersi di entrambi, prima di trovare nel vino la naturale sintesi.
I Fenici giunsero dal mare, per insediarsi nella vicina isola di Mozia, la perla archeologica nella laguna dello Stagnone distrutta nel 307 a.C.. I superstiti si trasferirono sulla terraferma, fondando Lilybeo, poi passata sotto la dominazione romana. Ancora dal mare arrivarono i pirati arabi (VIII secolo) che ribattezzarono la città Marsa Allah, porto di Allah, da cui ha origine l'attuale nome. Quindi è la volta di Normanni, Svevi, Angioini che fanno di Marsala un fiorente centro agricolo: nascono feudi, si diffondono le colture di cereali.
L'arrivo degli Spagnoli (1575) segna il declino delle attività legate al mare, con la chiusura del porto.
Il mare ridiventa protagonista della storia della città quando l'industriale inglese John Woodhouse spedisce un carico di vino a Liverpool: è il 1773, l'anno di nascita del vino marsala. Nel nome di questo nobile doc, mare e terra si ritrovano in un felice connubio a tutto vantaggio dell'economia della città che comincia ad attirare uomini d'affari.
Per primi sono gli inglesi Ingham e Whitaker; poi arriva la famiglia Florio. Siamo nel 1883: il marsala diventa una storia italiana, suggellata - una trentina d'anni più tardi - dall'impresa dei Mille garibaldini cui si uniscono i picciotti siciliani.
Bagnata dal mare delle Egadi e ombreggiata dal monte Erice, guarda a Segesta da un lato e a Selinunte dall'altro. Un week-end o una settimana, ogni periodo e buono per venire a Marsala in macchina o in aereo, con i vicini aeroporti di Trapani e Palermo.
Per velisti e appassionati del mare, poi, un porto turistico con oltre duecento posti barca.
Numerosi gli appuntamenti culturali, unici i reperti archeologici esposti nei musei, limpido il mare dove sventola anche quest'anno la bandiera blu. poi le tradizioni popolari, da riscoprire; la buona cucina, custode di antiche ricette; i vini da tavola bianchi e rossi, sempre più apprezzati nelle rassegne internazionali.
Si possono degustare - assieme a marsala, moscati, passiti e alle altre tipicità culinarie - lungo gli itinerari della "Strada del Vino Terre d'Occidente" dove si incontrano cantine, wine bar, enoteche, laboratori artigianali, ristoranti: i sapori e i profumi di Marsala, città... doc, vi attendono.
Il centro storico di Marsala conserva numerose testimonianze della storia della città e passeggiando lungo le basole, osservate il Quartiere Spagnolo, che fu sede militare delle truppe iberiche; lo splendido Palazzo VII Aprile, ove praticamente nacque l'insurrezione che portò all'Unità d'Italia; ancora gli splendidi palazzi nobiliari dell'800 che tanto lustro diedero alla città.
Sempre sul lungomare cittadino, vi è l'ingresso dell'insula archeologica di Capo Boeo dove è possibile visitare i resti ed i mosaici di quella che era una fastosa villa romana: da visitare assolutamente il Museo della Nave Punica, al Baglio Anselmi, con l'unica testimonianza di nave esistente al mondo. Porta Nuova ad ovest e Porta Garibaldi a sud, sono i monumentali ingressi nel centro storico. Gli edifici ed i monumenti di maggiore interesse sono: Il Convento del Carmine (sede dell'Ente Mostra di Pittura), il Complesso monumentale S. Pietro, all'interno del quale si trova anche il Museo Civico (con la sezione antica, risorgimentale, e tradizioni popolari) ed il Museo Garibaldino, ricchissimo di testimonianze sull'Eroe dei due Mondi; ancora da ammirare la Chiesa Madre e l'adiacente Museo degli Arazzi Fiamminghi del XVI secolo.
What's in a name? The inclination to identify Marsala's name with the wine produced there is understandable, but wines are usually named for places, not vice versa. This city on Sicily's western coast was founded as a Carthaginian colony in 397 BC (BCE) following the destruction of the nearby settlement on the island of Mozia (Mothia) by the Syracusans. Earlier, the region had been populated by the indigenous Sicanians. Lilybaeum, as it was then known, soon emerged as an important naval base. Its position was ideally suited for that purpose, and the Carthaginians used it as the site for their landings in many of their attempts to conquer the island. Lilibeo was the only major city of Sicily that was not completely Hellenized.
The Romans conquered it in 241 BC following the great sea battle that also led to the conquest of Drepanum (Trapani). The Romans called it Lilybaeum.
Lilibeo covers a large square area only partly bordered by the sea; the sides facing the mainland were defended by a deep moat and fortified towers. Lilibeo managed to defend itself against the attacks of the Syracusan tyrant, Dionysius I, in 368 BC and then Pyrrhus, in 277 BC. According to the historian Polibius,, Lilibeo was the stronghold that enabled the Carthaginians to maintain their control of western Sicily during the First Punic War.Throughout years of siege and effective naval blockade, Lilibeo resisted Roman conquest and the Carthaginian troops were evacuated only after the peace treaty ending the war. Under the Romans Lilibeo was the seat of one of a pair of questors in charge of the government of the entire island. Cicero held this post, and in 75 BC, described it as a "splendid city." Due to its strategic position along the commercial maritime routes between northern Africa and the Roman province (Italy) Lilybaeum's economy flourished. Not surprisingly, the sea around Marsala has yielded many ancient treasures.
With Rome's decline, Vandals attacked and virtually destroyed Marsala in AD 440. It was already becoming a centre of Christianity. The city maintained its place as a crucial maritime port under Byzantine, Arab and Norman rule. To the Arabs it was Mars el'Allah, literally "Port of Allah (God)," hence Marsala.
Sicily's wine country lies to the east. The region was always known for its fine grapes, but it was the Englishman, John Woodhouse, who introduced the fortified wine business here in 1796, having already developed a similar product (Port wine) in Portugal. The early years of the nineteenth century saw the arrival of thousands of British troops in Sicily to bolster the armies of the King Ferdinando I during his exile from Naples in view of the Napoleonic occupation of the Italian mainland. Many were based at Marsala. This experience was more than sufficient to encourage other firms to follow Woodhouse's example. Ingham, Good and Whitaker had soon founded wine businesses of their own. The Florio family set up a firm in 1831. The grape-growing region extends westward toward Salemi, Segesta and Sciacca. This is Italy's largest contiguous viticultural region, and also one of the largest such areas in Europe. Domesticated grapes were cultivated here long before their introduction (by the Romans) in France and northern Italy.
On a medieval note, the Norman-era cathedral's dedication to Saint Thomas Becket seems appropriate in view of Marsala's English connections. It was probably the first church, in Sicily or anywhere, to be dedicated to this saint, who is commemorated in a mosaic icon in Monreale's cathedral. (Becket's family obtained refuge in Sicily during his exile from England.) The structure itself has been extensively modified, though certain medieval features are still visible. The cathedral museum boasts some beautiful Flemish tapestries from the sixteenth century, commissioned by the Spanish monarch Philip II.
Of course, there are Roman ruins in Marsala. In the Cape Boéo area are some interesting archeological sites, such as a villa with baths and colorful mosaics, and the Baglio Anselmi Archeological Museum (on Lungomare Boéo) houses some important finds from land and sea, including a Punic era ship. The Church of Saint John (San Giovanni) was built over a cave converted into a home in Roman times, where Roman mosaic floors can still be seen.
Many of of Marsala's older streets have a charming Baroque aspect, though the city is generally rather plain. The city's most noted role in more recent Italian history was its choice by Giuseppe Garibaldi for his Sicilian landing in 1860, a choice determined in no small part by the cooperative attitude of the British commander who allowed the Piedmontese ships to enter the port, and the bribes that made some of the local officials willing to surrender the city with little more than token resistance.